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2024

 

 

 

 

PAOLO RENIER

 

DOGE 119°

(1779-1789)

 

 

ZECCA

 

 

 

 

 

 

 

 

DI  ROLANDO MIRKO BORDIN

 

 

 

 

 

 

 

 

In questo periodo la produzione di monete, zecchini, ducati e talleri, fu cospicua. A dimostrazione di ciò ci rimangono molti ordini di fusione di monete estere e zecchini tosati (la Serenissima Repubblica da secoli toglieva dalla circolazione tali monete che, ostinatamente, rispuntavano nelle regioni ai confini della stessa).

 

I mercanti portavano alla zecca molto oro che andava a sommarsi all’oro sopra citato; tutto ciò rendeva difficile produrre nuove monete

 

11 GIUGNO 1784

 

Venne chiamato alla zecca, da parte del Senato, il Maestro Marino Ambelicopulo, la conferenza per gli affari monetari concluse con il nuovo Maestro di Zecca un contratto per la coniazione di quattrocentomila ducati in cento giorni.

 

Il Maestro di Zecca riuscì a compiere il lavoro in settanta giorni ed ebbe perciò un compenso maggiore rispetto a quanto pattuito.

 

L’Ambelicopulo riuscì a smaltire tutta la giacenza d’oro presente nella zecca e a soddisfare il bisogno di zecchini dei mercanti della Repubblica. 

 

31 DICEMBRE 1788

 

Il Senato ebbe notizia dai Provveditori sopra ori et arzenti, di una diminuzione significativa delle consegne d’oro.

 

Gli stessi  Provveditori di zecca avvertirono che i due terzi dei mercanti non avevano ancora ricevuto zecchini effettivi.

Immediatamente con ordine esecutivo del Senato fu convocata una conferenza tra i Provveditori in zecca.

 

L’inquisitore sopra ori e monete fu incaricato di ricercare le cause del fatto.

 

Il potere dell’Inquisitore non era limitativo, infatti, dovette occuparsi anche dei modi migliori per far affluire le paste d’oro.

  

12 FEBBRAIO 1789

 

L’Inquisitore sopra ori e monete scrisse al Senato, dichiarando che il ritardo nel pagamento dei zecchini effettivi ai mercanti era causato dall’aumento del prezzo dell’oro rispetto all’argento.

 

Il Senato allarmato, chiese agli ambasciatori in generale, e ai residenti della Repubblica stanziati in corti straniere, notizie per capire le vere motivazioni delle alterazioni ai pesi e alla lega di monete d’oro.

 

Come primo rimedio alla scarsità di zecchini d’oro l’inquisitore, ordinò che ne venissero corrisposti un quantitativo preciso nelle casse pubbliche. In questo modo rese la coniazione delle monete meno gravosa, sospendendo ogni lavoro gravato dagli oneri di gestione straordinaria per la Repubblica, rimandando più avanti nel tempo ulteriori decisioni in materia.

 

In contrapposizione alla difficoltà di recuperare paste d’oro e in controtendenza rispetto agli anni precedenti, la monetazione d’argento e, in generale l’afflusso di metallo bianco, fu abbondante.

 

Vennero coniati talleri e ducati in forti quantitativi, “solitamente quando il prezzo dell’oro aumenta diminuisce il suo afflusso che, solitamente, porta una diminuzione del prezzo dell’argento, quindi si deduce che la quantità d’argento in circolazione aumenta”.

 

Tutti i suggerimenti dei Maestri di zecca, degli Inquisitori e dei Provveditori, furono tenuti in considerazione. riducendo le spese di monetazione, aumentando la produzione di monete nella zecca.

 

Vennero fusi filippi e genovine con altre monete straniere al fine di ottenere moneta veneziana corrente.

 

 

 

 

 

IN QUESTO PERIODO LA PRODUZIONE DI MONETE, ZECCHINI, DUCATI E TALLERI, FU COSPICUA. A DIMOSTRAZIONE DI CIÒ CI RIMANGONO MOLTI ORDINI DI FUSIONE DI MONETE ESTERE E ZECCHINI TOSATI (LA SERENISSIMA REPUBBLICA DA SECOLI TOGLIEVA DALLA CIRCOLAZIONE TALI MONETE CHE, OSTINATAMENTE, RISPUNTAVANO NELLE REGIONI AI CONFINI DELLA STESSA).

 

I MERCANTI PORTAVANO ALLA ZECCA MOLTO ORO CHE ANDAVA A SOMMARSI ALL’ORO SOPRA CITATO; TUTTO CIÒ RENDEVA DIFFICILE PRODURRE NUOVE MONETE

 

11 GIUGNO 1784

 

VENNE CHIAMATO ALLA ZECCA, DA PARTE DEL SENATO, IL MAESTRO MARINO AMBELICOPULO, LA CONFERENZA PER GLI AFFARI MONETARI CONCLUSE CON IL NUOVO MAESTRO DI ZECCA UN CONTRATTO PER LA CONIAZIONE DI QUATTROCENTOMILA DUCATI IN CENTO GIORNI.

 

IL MAESTRO DI ZECCA RIUSCÌ A COMPIERE IL LAVORO IN SETTANTA GIORNI ED EBBE PERCIÒ UN COMPENSO MAGGIORE RISPETTO A QUANTO PATTUITO.

 

L’AMBELICOPULO RIUSCÌ A SMALTIRE TUTTA LA GIACENZA D’ORO PRESENTE NELLA ZECCA E A SODDISFARE IL BISOGNO DI ZECCHINI DEI MERCANTI DELLA REPUBBLICA. 

 

31 DICEMBRE 1788

 

IL SENATO EBBE NOTIZIA DAI PROVVEDITORI SOPRA ORI ET ARZENTI, DI UNA DIMINUZIONE SIGNIFICATIVA DELLE CONSEGNE D’ORO.

 

GLI STESSI  PROVVEDITORI DI ZECCA AVVERTIRONO CHE I DUE TERZI DEI MERCANTI NON AVEVANO ANCORA RICEVUTO ZECCHINI EFFETTIVI.

IMMEDIATAMENTE CON ORDINE ESECUTIVO DEL SENATO FU CONVOCATA UNA CONFERENZA TRA I PROVVEDITORI IN ZECCA.

 

L’INQUISITORE SOPRA ORI E MONETE FU INCARICATO DI RICERCARE LE CAUSE DEL FATTO.

 

IL POTERE DELL’INQUISITORE NON ERA LIMITATIVO, INFATTI, DOVETTE OCCUPARSI ANCHE DEI MODI MIGLIORI PER FAR AFFLUIRE LE PASTE D’ORO.

  

12 FEBBRAIO 1789

 

L’INQUISITORE SOPRA ORI E MONETE SCRISSE AL SENATO, DICHIARANDO CHE IL RITARDO NEL PAGAMENTO DEI ZECCHINI EFFETTIVI AI MERCANTI ERA CAUSATO DALL’AUMENTO DEL PREZZO DELL’ORO RISPETTO ALL’ARGENTO.

 

IL SENATO ALLARMATO, CHIESE AGLI AMBASCIATORI IN GENERALE, E AI RESIDENTI DELLA REPUBBLICA STANZIATI IN CORTI STRANIERE, NOTIZIE PER CAPIRE LE VERE MOTIVAZIONI DELLE ALTERAZIONI AI PESI E ALLA LEGA DI MONETE D’ORO.

 

COME PRIMO RIMEDIO ALLA SCARSITÀ DI ZECCHINI D’ORO L’INQUISITORE, ORDINÒ CHE NE VENISSERO CORRISPOSTI UN QUANTITATIVO PRECISO NELLE CASSE PUBBLICHE. IN QUESTO MODO RESE LA CONIAZIONE DELLE MONETE MENO GRAVOSA, SOSPENDENDO OGNI LAVORO GRAVATO DAGLI ONERI DI GESTIONE STRAORDINARIA PER LA REPUBBLICA, RIMANDANDO PIÙ AVANTI NEL TEMPO ULTERIORI DECISIONI IN MATERIA.

 

IN CONTRAPPOSIZIONE ALLA DIFFICOLTÀ DI RECUPERARE PASTE D’ORO E IN CONTROTENDENZA RISPETTO AGLI ANNI PRECEDENTI, LA MONETAZIONE D’ARGENTO E, IN GENERALE L’AFFLUSSO DI METALLO BIANCO, FU ABBONDANTE.

 

VENNERO CONIATI TALLERI E DUCATI IN FORTI QUANTITATIVI, “SOLITAMENTE QUANDO IL PREZZO DELL’ORO AUMENTA DIMINUISCE IL SUO AFFLUSSO CHE, SOLITAMENTE, PORTA UNA DIMINUZIONE DEL PREZZO DELL’ARGENTO, QUINDI SI DEDUCE CHE LA QUANTITÀ D’ARGENTO IN CIRCOLAZIONE AUMENTA”.

 

TUTTI I SUGGERIMENTI DEI MAESTRI DI ZECCA, DEGLI INQUISITORI E DEI PROVVEDITORI, FURONO TENUTI IN CONSIDERAZIONE. RIDUCENDO LE SPESE DI MONETAZIONE, AUMENTANDO LA PRODUZIONE DI MONETE NELLA ZECCA.

 

 

VENNERO FUSI FILIPPI E GENOVINE CON ALTRE MONETE STRANIERE AL FINE DI OTTENERE MONETA VENEZIANA CORRENTE.

 

 

COLLEZIONE  R.M.BORDIN
COLLEZIONE R.M.BORDIN

 

 

29 GENNAIO 1785

 

IL SENATO STABILÌ CHE ALLA REPUBBLICA SERVIVANO TRECENTOMILA MARCHE DI PASTE PER OTTENERE DUCATI E TALLERI.

 

 IL PROBLEMA RIGUARDAVA I DUCATONI E GLI SCUDI, CHE POTEVANO ESSERE CONIATI SOLTANTO IN PERDITA, PERSINO CALCOLANDO L’ARGENTO AL PREZZO LEGALE DELLA ZECCA.

 

18 APRILE 1784

 

IN OCCASIONE DELLA VISITA DEL RE DI SVEZIA GUSTAVO III IN  ZECCA FURONO CONIATI ALTRI SCUDI E DUCATONI CON I RELATIVI SOTTOMULTIPLI AL FINE DI RICORDARE L’EVENTO, TANTO IMPORTANTE PER LA REPUBBLICA QUANTO L’ELEZIONE DEL DOGE.

 

29 DICEMBRE 1779

 

SECONDO LA CRONACA DEL TEMPO IN RELAZIONE ALLA MONETAZIONE DEL DOGATO DI RENIER, PER ESIGENZE COMMERCIALI CON IL LEVANTE VENNE RIPRESA LA CONIAZIONE DEL TALLERO NUOVO.

 

QUESTA ERA LA VERA E PROPRIA MONETA VENEZIANA D’ARGENTO PER LE PROVINCE DI OLTREMARE.

 

IL TALLERO FU ISTITUITO NELL’ANNO 1755, FU MODIFICATO NELL’ANNO 1766, GRAZIE ALLE RELAZIONI DIPLOMATICHE PORTATE DAL CONSOLE DI SPALATO E DAL PROVVEDITORE GENERALE DI DALMAZIA.

 

IL SENATO PER DECRETO ORDINÒ CHE LE PROVINCE D’OLTREMARE NON POTEVANO ADOTTARE IL DUCATO D’ARGENTO, REINTRODUCENDO IN QUESTO MODO UNA MONETAZIONE NAZIONALE CHE POTESSE AVERE CORSO ANCHE IN TURCHIA.

 

 NELL’ANNO 1779 LA ZECCA RIPRESE LA CONIAZIONE DEL TALLERO E DEI SUOI SOTTOMULTIPLI SINO ALL’OTTAVO.

 

PER OTTENERE QUESTO RISULTATO SI FUSERO LE MONETE CON SCARSO METALLO INTRINSECO GIÀ GIACENTI NELLA ZECCA E SI COMPRÒ ALTRO METALLO DALLA SPAGNA AD UN PREZZO NON SUPERIORE AL PREZZO LEGALE.

 

IL VALORE DEL TALLERO DOVEVA ESSERE PARI AL MEZZO ZECCHINO, SIA IN CONTRATTAZIONI TRA PUBBLICO E PRIVATO SIA TRA PRIVATI.

 

IMPORTANTE E’ LA NOTA DEL SENATO, CHE AL TEMPO STESSO DIFFIDAVA IL CORSO DEL TALLERO SULLA TERRAFERMA.

 

FISSATO  IL VALORE DEL TALLERO QUESTI NON DOVEVA ESSERE ASSOLUTAMENTE MODIFICATO SE NON CON UN PREAVVISO VOLTO AI PROVVEDITORI SOPRA LA ZECCA PRIMA DEI TRE MESI DECISI.

 

DURANTE L’EMISSIONE DELLA NUOVA MONETA L’INQUISITORE SOPRA ORI E MONETE DOVETTE STILARE UN TESTO PER ILLUSTRARE I MIGLIORI MODI PER PRODURRE LA NUOVA MONETAZIONE E SPECIALMENTE LA COSTRUZIONE DI TORCHI PER I SOTTOMULTIPLI.

 

6 APRILE 1780

 

IL SENATO ORDINA AL PROVVEDITORE GENERALE DA MAR DI VERIFICARE SE TALE MONETA È APPREZZATA O NO DALLA POPOLAZIONE E DAI COMMERCIANTI.

 

I MAGISTRATI RICEVONO L’ORDINE DI LOCALIZZARE I PUNTI MIGLIORI DOVE EMETTERE UN QUANTITATIVO PRONTO DI OTTANTAMILA TALLERI, CHE SI TROVAVANO GIACENTI, AL PREZZO DI MEZZO ZECCHINO L’UNO.

 

L’OBIETTIVO DICHIARATO FU QUELLO DI FAR APPREZZARE LA MONETA NEI TERRITORI TURCHI AVENDO ANCHE QUESTO NUOVO TALLERO UNA QUANTITÀ MAGGIORE DI ARGENTO INTRISECO PARI A 0,835 MILLESIMI.

 

IL SECONDO SEMESTRE DELL’ANNO VENNE UTILIZZATO PER RESTAURARE I MACCHINARI DELLA ZECCA, PRODURRE NUOVI CONI, ASSUMERE MAESTRANZE E, SOLO NELL’ANNO 1781, FU CONSEGNATO TUTTO L’ARGENTO DISPONIBILE PER CONIARE I TALLERI E I SOTTOMULTIPLI AL MASSARO RIZZARDO BALDI.

 

LA ZECCA DOPO MENO DI UN MESE RIUSCÌ A CONIARE BEN PIÙ DELLA METÀ DELLE MONETE RICHIESTE DALLE PROVINCE D’OLTREMARE.

 

L’INTENTO FINALE DEL SENATO ERA QUELLO DI ELIMINARE LE MONETE STRANIERE DAI TERRITORI D’OLTREMARE.

 

IL TALLERO PIACQUE MOLTO ALLE POPOLAZIONI DELLA REPUBBLICA VENETA E AGLI STATI VICINI, COSÌ CHE DURANTE TUTTO IL DOGATO DI RENIER  FURONO CONIATI CENTOTRENTAMILA TALLERI CIRCA.

 

23 SETTEMBRE 1782

 

IL PRINCIPATO DI RENIER CONTINUAVA AD ESSERE COLPITO DALL’INVASIONE DI MONETE STRANIERE, CERCANDO INVANO TRAMITE SPECIALI MAGISTRATURE DI COMBATTERE IL FENOMENO.

 

PURTROPPO LE MONETE STRANIERE NON AVEVANO LO STESSO VALORE DEL METALLO INTRISECO CONTENUTO.

 

RENIER PUNÌ ENERGICAMENTE COLORO CHE SI DAVANO AL COMMERCIO DI MONETE E PERIODICAMENTE RITIRÒ DAL MERCATO LE MONETE CON BASSO VALORE INTRINSECO.

 

26 MAGGIO 1783

 

VENNE PUBBLICATO UN PROCLAMA RELATIVO AI SOTTOMULTIPLI DEI FILIPPI E DELLE GENOVINE, CHE PER LE PROVINCE DI TERRAFERMA NON ERA PIÙ POSSIBILE LA CIRCOLAZIONE DI MONETE D’ORO SCARSE.

 

21 MARZO 1788

 

IL SENATO APPROVÒ UN PROCLAMA CHE ORDINAVA L’IMMEDIATO INVIO DI SOLDONI A BRESCIA E A BERGAMO PER L’IMMEDIATO CAMBIO DELLE MONETE STRANIERE DIVENUTE VIETATE.

 

 CON IL SUDDETTO PROCLAMA, IN QUESTE DUE PROVINCE FURONO SCOPERTE QUANTITÀ CONSIDEREVOLI DI SCUDI PROIBITI, MONETE TOSATE DI GENOVA, VIGLIONI (MONETA DA 10 SOLDI) DI MILANO E VIGLIONI (MONETA DA 10 SOLDI) SVIZZERI; CON LO STESSO SI PROMISERO PREMI IN DENARO PER COLORO CHE DENUNCIASSERO TALI SPECULAZIONI. 

 

27 MAGGIO 1788

 

LA SPIRALE SPECULATIVA CREBBE ANCORA E TUTTI I PROCLAMI NON SORTIRONO NESSUN BENEFICIO, IL SENATO DUNQUE DOVETTE FARE UN PASSO INDIETRO RICOMINCIANDO IL RITIRO DI TUTTE LE MONETE SOPRACITATE.

 

ALLA PROVINCIA DI BRESCIA FU AFFIDATO IL COMPITO DI EFFETTUARE UNO STUDIO SUL MIGLIOR CAMBIO.

 

28 LUGLIO 1788

 

LA PROVINCIA DI BRESCIA PROPOSE UN CAMBIO DI UNDICI MONETE DI RAME CONTRO NOVE SOLDONI E CHE QUELLE DI VIGLIONI SVIZZERI FOSSERO ANCORA TOLLERATE, CON LA MESSA AL BANDO DI QUELLE DA DIECI DI MANTOVA, RICONOSCIUTE COME LE PIÙ DELETERIE SUL MERCATO.

 

IL SENATO RECEPÌ CON FAVORE LA RELAZIONE BRESCIANA ED ESTESE TALI ISTRUZIONI A BERGAMO, CREMONA, SALÒ E VERONA.

 

7 FEBBRAIO 1789

 

L’INQUISITORE SOPRA ORI E MONETE VALUTÒ CHE I TALLERI IMPERIALI POTESSERO CIRCOLARE LIBERAMENTE NEL TERRITORIO DELLA REPUBBLICA IN QUANTO DI ALTO VALORE INTRINSECO; TUTTAVIA IL CAMBIO POTEVA VALERE SOLO NEI RAPPORTI TRA PRIVATI.

 

22 DICEMBRE 1786

 

SI NOTA CHE DURANTE IL PRINCIPATO DI PAOLO RENIER VENNE MANTENUTO L’ORDINE DI CONIARE CENTO OSELLE PER MURANO.

 

IL SENATO ORDINÒ AL MAESTRO DI ZECCA ANTONIO SCABEL DI PROCEDERE AL RIFACIMENTO DEI CONI PER LE OSELLE DEL 1786.

 

IL MAESTRO DI ZECCA MARINO AMBELICOPULO SCRISSE A TAL PROPOSITO CHE ERA IMPOSSIBILE RICOSTRUIRE I CONI PERCHÉ LE OSELLE ERANO RICERCATE PER I PARTICOLARI E CON IL NUOVO CONIO QUESTI NON SI SAREBBERO POTUTI RIPRODURRE.

 

 

E’DA NOTARE CHE DEL DOGATO DI RENIER NON CI RIMANE NESSUNA NOTIZIA DI CONIAZIONE DI MONETE DI MISTURA E DI RAME, TRANNE QUANTO LASCIATO SCRITTO DAL MAESTRO DI ZECCA AMBELICOPULO, IL QUALE AFFERMA CHE DURANTE LA CORONAZIONE FURONO STAMPATI MILLE DUCATI IN SOLDONI.

 

 

GENTILE CONCESSIONE  Numismatica Ranieri www.numismaticaranieri.it/
GENTILE CONCESSIONE Numismatica Ranieri www.numismaticaranieri.it/

 

 

FONTI E BIBLIOGRAFIA

 

 

ARCHIVIO DI STATO DI VENEZIA

 

PROVVEDITORI DI ZECCA, N. 1221, 1223, 1224, 1225 (MATERIE PUBBLICHE), N. 436, 438, 452, 458, 468, 475, 477, 478, 488, 493, 495, 503, 505, 509, 510, 519, 520, 531, 537, 540, 546, 550, 555, 557, 558, 559, 564, 566, 571, 572, 574, 577, 583, 593, 595, 600, 604, 606, 607, 623, 630, 640, 644, 653, 663, 668, 680, 683; N. 1288 (MINUTE DI SCRITTURE E RISPOSTE); N. 1223 (MARCHE 159 CONVERTITE IN SCUDI E GIUSTINE); N. 18 – BIS (PER LA CORONAZIONE TRA SCUDI, GIUSTINE, SPEZZATI E RELATIVI SOTTOMULTIPLI FURONO CONIATE MARCHE 460); N. 18 – TER (MEMORIE DI ZECCA).

SENATO RETTORI (21 MAGGIO 1781), REG. 158, CAR. 66 – 69; REG. 161, CAR. 43; REG. 161, CAR. 129; REG. 165, CAR. 109; REG. 165, CAR. 89; REG. 165, CAR. 179; REG. 163, CAR. 156; REG. 165, CAR. 177; REG. 407, CAR. 428 T – 429 T (L’8 LUGLIO 1785 SI RICORDA QUESTA DELIBERAZIONE DEL SENATO); REG. 156, CAR. 131; REG. 157, CAR. 23 – 26; REG. 158, CAR. 27; REG. 158, CAR. 45 – 50; REG. 157, CAR. 159 – 163; REG. 159, CAR. 71 – 75; REG. 159, CAR. 6 – 8; REG. 164, CAR. 59; REG. 164, CAR. 76; REG. 164, CAR. 90; REG. 164, CAR. 104; REG. 165, CAR. 170;