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2024

 

 

 

 

 

ALVISE IV MOCENIGO

 

DOGE 118°

(1763-1778)

 

 

ZECCA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

DI  ROLANDO MIRKO BORDIN

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ALL’INIZIO DEL DOGATO DI ALVISE IV MOCENIGO IL MERCATO DEI METALLI PREZIOSI ERA RIMASTO STABILE COME NEI CINQUE ANNI PRECEDENTI, MANTENENDOSI TALE FINO ALLA FINE DEL 1700.

 

L’ARGENTO ERA DIFFICILE REPERIRLO CON IL TIMORE DELLA MANCANZA ANCHE DELL’ORO.

 

QUEST’ULTIMO NONOSTANTE I TIMORI CONTINUAVA AD AFFLUIRE COSTANTEMENTE NELLA ZECCA PER ESSERE CONVERTITO IN ZECCHINI.

 

2 GIUGNO 1764

 

IL 2 GIUGNO 1764 IL SENATO ORDINO’ CHE NON SI MUTASSERO LE NORME FISSATE PER IL PIU’ SOLLECITO DISBRIGO DEL LAVORO CON LA TERMINAZIONE DATATA 13 NOVEMBRE 1752, LA CUI APPLICAZIONE PER MOLTI ANNI NON AVEVA DATO LUOGO A NESSUN INCONVENIENTE.

 

MOLTE ERANO LE PROTESTE PER L’ESECUZIONE COLMA DI DIFETTI CHE SI RISCONTRAVANO NEGLI ZECCHINI UNA VOLTA CONIATI.

 

CON L’AUMENTO DEI PREZZI DELL’ARGENTO LA ZECCA DOVETTE RINUNCIARE ALLA CONIAZIONE DEI DUCATI, PREFERENDO LA CONIAZIONE DEI TALLERI, SEBBENE QUESTI SERVIVANO SOLAMENTE NEI TERRITORI DELLA REPUBBLICA, PERCHE I SUDDITI OTTOMANI PREFERIVANO I TALLERI DELL’IMPERO AUSTRIACO.

 

DOPO POCO TEMPO ANCHE IL TALLERO VENEZIANO NON PORTAVA ALCUNA CONVENIENZA PER LE CASSE E QUINDI SI DECISE DI ABBANDONARNE LA CONIAZIONE.

 

 

18 DICEMBRE 1766

 

SOLAMENTE IL 18 DICEMBRE 1766 IL SENATO DECIDE DI RIUNIRE A CONFERENZA I DEPUTATI ED AGGIUNTI ALLA PROVVISION DEL DENARO E I PROVVEDITORI IN ZECCA PER STUDIARE UNA DRASTICA REVISIONE DEL TALLERO IN TUTTE LE SUE FORME.

 

SI POSE ALL’ATTENZIONE ANCHE LA REVISIONE DEL VALORE PORTANDO IL TALLERO A LIRE 10 SOLDI 10.

 

IN QUESTO MODO ALLA ZECCA RIMARRA’ UN GIUSTO UTILE PER IL DIRITTO REGALE DI MONETAGGIO, NON PAGANDO L’ARGENTO PIU’ DI LIRE 12 SOLDI 8, PREZZO CHE CONSENTIVA LA CONIAZIONE DI ALTRI TIPI MONETALI.

 

28 GENNAIO 1768

 

IL 28 GENNAIO 1768 VENGONO APPROVATE TUTTE LE PROPOSTE DELL’INQUISITORE, CONFORME AI DESIDERI ESPRESSI DAL SENATO.

 

LA ZECCA DOVRA’ CORRISPONDERE AI CONSEGNATORI DEL METALLO PER L’INTERO VALORE DI UNA MARCA FINA D'ARGENTO, TALLERI 9 E 2 TERZI, DEL PESO DI CARATI 138 L’UNO E DELLA LEGA PEGGIO CARATI 190 PER MARCA.

 

IL PESO E LA LEGA DEVONO ESSERE CONFORMI A QUELLI DEI TALLERI CONIATI IN ANTECEDENZA.

 

IL GUADAGNO DELLA ZECCA RESTA DI UN QUARTO DI ONCIA PER MARCA, CHE, VALUTATO AL PREZZO DI LIRE 3 SOLDI 2, CORRISPONDEREBBE ALLA SPESA E AL DIRITTO DI MONETAGGIO.

 

A QUESTO PREZZO IL TALLERO PER LA VALUTAZIONE INTERNA DI ZECCA NON DEVE VALERE PIU’ DI UN DUCATO E UN QUARTO ( 10 LIRE DI VALUTA CORRENTE).

 

 

 

PER QUESTO TALLERO NUOVO (SECONDO TIPO) I CONII VENNERO ESEGUITI DALL’INCISORE ANTONIO SCABEL.

L’INCISIONE ERA SICURAMENTE PIU’ RAFFINATA STILISTICAMENTE, VOLUTA PER ESSERE APPREZZATA DALLE POPOLAZIONI.

 

LE DIMENSIONI DI QUESTO TALLERO ERANO UGUALI A QUELLO DI MARIA TERESA E SUL CONTORNO DELLA MONETA RISULTA PIU’ RIALZATO DEL TIPO PRECEDENTE.

VENNERO PRESENTATI DUE DISEGNI PER IL ROVESCIO DEL TALLERO.

 

IL PRIMO PRESENTAVA UNO SCUDO CON UN RAMO DI ULIVO COME NEL TIPO PRECEDENTE.

 

IL SCONDO, CON IL LEONE CHE TIENE FRA LE ZAMPE IL LIBRO DEGLI EVANGELI.

 

LA PREFERENZA ANDO’ PER IL SECONDO DISEGNO CON APPROVAZIONE DEL SENATO, DANDO L’INCARICO ALL’INQUISITORE GIULIO CONTARINI DI METTERE IN ESECUZIONE IL PROGETTO, SERVENDOSI, DELL’INGENIERE BORTOLO FERRACINA PER LE PREPARAZIONI OCCORRENTI DEI MECCANISMI PER LA FABBRICAZIONE DELLE MONETE  E DELL’INCISORE ANTONIO SCABEL PER L’INCISIONE DEI CONII.