2024

FRANCESCO VENIER 

DOGE 81°

(1554-1556)

ZECCA

DI  ROLANDO MIRKO BORDIN

16 NOVEMBRE 1554

CON IL DOGATO DI FRANCESCO VENIER, LA ZECCA NON VENNE RIFORMATA. È NECESSARIO SEGNALARE CHE, IL CONSIGLIO DEI DIECI IL 16 NOVEMBRE 1554, AL FINE DI PROTEGGERE LA SERENISSIMA REPUBBLICA DALL’INOSSERVANZA DELLE LEGGI RELATIVE ALLE MONETE, PROIBÌ DI SPENDERE OGNI TIPO DI PEZZO D’ARGENTO STRANIERO, CON UNA SOLA ECCEZIONE PER I …“BECI RECHI BONI ET QUELLI DA DUI… DALL’AQUILA RECHI BONI”...

NEL DECRETO SI LEGGE CHE SIANO SPESI SOLO MONETE D’ORO DI ALTA QUALITÀ, COME FISSATO NELLA LEGGE DEL 1551 E DA UN’APPOSITA TABELLA.

IL CONSIGLIO DEI DIECI DECRETA CHE, LE MONETE CONIATE DA QUEL MOMENTO IN AVANTI DOVESSERO ESSERE VALUTATE, BASANDOSI SULLA QUANTITÀ DI METALLO INTRINSECO PRESENTE NELLE LEGHE E CHE TALE NOTIZIA DOVESSE ESSERE PORTATA A CONOSCENZA DELLA CITTADINANZA.

IL DECRETO ORDINA CHE OGNI CITTADINO POSSESSORE DI MONETE D’ORO E D’ARGENTO ALTERATE LE PORTASSE A VENEZIA, IN DUE UFFICI A CIÒ PREDISPOSTI, NEI PRESSI DI PIAZZA SAN MARCO E DEL PONTE DI RIALTO, AFFINCHÈ VENISSERO CAMBIATE CON ALTRE MONETE VENEZIANE DEL GIUSTO VALORE E DEL GIUSTO PESO, PRODOTTE APPOSITAMENTE DALLA ZECCA SOTTO IL CONTROLLO DEI PROVVEDITORI SOPRA ORI ET ARZENTI.

I PROVVEDITORI SOPRA ORI ET ARZENTI, AVEVANO ANCHE IL COMPITO DI INDICARE IN UNA STAMPA AFFISSA NEGLI UFFICI PREPOSTI I PESI E I VALORI.

I RETTORI DELLE CITTÀ E LUOGHI DELLO STATO, POI, ERANO TENUTI AD AFFIGGERE TALE EPIGRAFE IN LUOGHI PUBBLICI E VISIBILI A TUTTA LA CITTADINANZA.

IL CONSIGLIO DEI DIECI IMPOSE DI TAGLIARE IMMEDIATAMENTE LE MONETE RITIRATE E DI INVIARLE IMMEDIATAMENTE ALLA ZECCA DI STATO.

IL METALLO RICAVATO SERVÌ PER CREARE SCUDI, MEZZI SCUDI IN ORO.

LIRE, MEZZE LIRE, SEI SOLDI, QUATTRO SOLDI, DUE SOLDI, MEZZI SOLDI IN ARGENTO.

20 NOVEMBRE 1554

IN QUESTO PERIODO I PROVVEDITORI ORDINARONO DI STAMPARE LA TABELLA DEI CAMBI E DEI PESI RELATIVI ALLE MONETE PROIBITE.

IN ESSA SI SPIEGAVA CHE, LA LIRA VENEZIANA DOVEVA PESARE…CARATTI TRENTUNO GRANI DUE…, MENTRE LA MEZZA LIRA VENEZIANA DOVEVA PESARE…CARATTI QUINDICI E GRANI TRE...

IN QUESTA STAMPA SI SPECIFICAVA CHE, TUTTO CIÒ CHE NON RIENTRAVA NEI PESI SOPRACITATI ERA DA CONSIDERARSI “PROIBITO” DICENDO CHE…LE INFRASCRITTE SONO MONEDE PROHIBIDE PER LE LEGGI DELL’ILLUSTRISSIMO CONSIGLIO DI X DEL PESO ET VALUTA COME QUI SOTTO...

NEL DOCUMENTO VIENE DESCRITTO PUNTIGLIOSAMENTE L’ELENCO DELLE MONETE STRANIERE DI CUI È VIETATA LA CIRCOLAZIONE.

PEGGIORI IN ASSOLUTO ERANO CONSIDERATI I TALLERI IN ORO DI FERDINANDO I, IL MEZZO SCUDO E IL QUARTO DI SCUDO DI CARLO V, COMPRESE LE TRE MONETE DI BOLOGNA, DUE DI PAPA GIULIO III E UNA DI PAPA PAOLO III.  

NEL DOCUMENTO VIENE ELENCATO SUL LATO SINISTRO BEN VENTUNO MONETE D’ARGENTO CONSIDERATE PROIBITE.

SONO CITATE LE MONETE DI COSIMO DE’ MEDICI, DI GIULIO III, DEL DUCATO DI MANTOVA, DEL DUCATO DI PARMA E PIACENZA E DI ERCOLE II D’ESTE (DUCATO DI MODENA).

SUL LATO DESTRO DEL DOCUMENTO, SONO RIPORTATI DICIOTTO SCUDI D’ORO, TRA CUI TROVIAMO LO SCUDO SABAUDO, LO SCUDO MANTOVANO, LO SCUDO DI PAPA PAOLO III E ALTRI...

LA STAMPA CHE DOVEVA ESSERE AFFISSA DINNANZI AGLI UFFICI DI SAN MARCO E DI RIALTO, NONCHÈ IN TUTTE LE PROVINCE DA PARTE DEI RETTORI DELLE CITTÀ E’ COMPLETA IN TUTTI I SUOI PARTICOLARI.

È DA NOTARE CHE DI QUESTA STAMPA, DAL 1554 AL 1556, NE FURONO FATTE MOLTE EDIZIONI, CON PICCOLE VARIAZIONI NEI CAMBI E NELLE MONETE RIPORTATE.

È DA NOTARE, INOLTRE, CHE FURONO PRODOTTE ANCHE PER I MAGISTRATI, PER QUASI TUTTE LE ALTRE CARICHE DELLO STATO E ANCHE VENDUTE AL PUBBLICO.

IL MASSARO ANDREA SPINELLI FU L’ESECUTORE MATERIALE DELLE STAMPE SOPRACITATE.

6 DICEMBRE 1554

AL MASSARO ANDREA SPINELLI FU ASSEGNATO IL COMPITO DI REDIGERE UN’ALTRA TAVOLA, NELLA QUALE FOSSERO INCISI I DISEGNI DEGLI SCUDI D’ORO STRANIERI, TRA I QUALI SI ANNOVERANO LO SCUDO DI CARLO V, LO SCUDO DI PAPA PAOLO III, LO SCUDO DI SIENA, LO SCUDO DI PAPA GIULIO III, LO SCUDO DI ALFONSO DUCA DI FERRARA E LO SCUDO DELLA REPUBBLICA DI GENOVA, PER UN TOTALE DI CINQUANTA TIPOLOGIE DI SCUDI.

QUESTI SCUDI DOVEVANO ESSERE SPESI PER LIRE SEI E SOLDI QUATTORDICI.

MOLTO IMPORTANTE È DA NOTARE CHE, GLI SCUDI A DESTRA DEL CARTIGLIO ERANO CONSIDERATI ILLEGALI DAL CONSIGLIO DEI DIECI DELLA SERENISSIMA.

UNA PARTICOLARITÀ DA RAFFRONTARE CON I GIORNI NOSTRI RIGUARDA UNO DI QUESTI SCUDI, NELLA SPECIE QUELLO DI GIOVANNI ANTONIO FALETTI CONTE DI BENEVELLO.

QUESTA MONETA AI GIORNI NOSTRI RISULTA INTROVABILE, EVIDENTEMENTE, TROVANDOSI IN QUELLA TABELLA, ERA MOLTO DIFFUSA IN QUEL PERIODO.

11 DICEMBRE 1554

L’ILLUSTRISSIMO CONSIGLIO DEI DIECI DELIBERÒ DI INVIARE TRENTAMILA DUCATI DI MONETE VENEZIANE IN OGNI PROVINCIA, AL FINE DI UTILIZZARLE PER IL CAMBIO CON LE MONETE STRANIERE DI CUI SOPRA.

COME DETTO IN PRECEDENZA, LE MONETE STRANIERE DOVEVANO ESSERE IMMEDIATAMENTE TAGLIATE E INVIATE ALLA ZECCA DI STATO.

DALL’AMMONTARE COMPLESSIVO DELLE MONETE RACCOLTE SI AUSPICAVA DI CONIARE CENTOCINQUEMILA SCUDI D’ORO.

7 GENNAIO 1555

VIENE PROROGATA FINO ALLA METÀ DI FEBBRAIO LA POSSIBILITÀ DI SPENDERE LE MONETE STRANIERE IN TUTTE LE PROVINCE DI TERRAFERMA DELLA REPUBBLICA E, CONTEMPORANEAMENTE, VIENE DATO ORDINE AI PROVVEDITORI DI ZECCA DI CONIARE MONETE DI METALLO BIANCO, QUATTRINI E DOPPI QUATTRINI.

NELLA PROVINCIA DI BRESCIA, FURONO INVIATE PRETTAMENTE MONETE D’ARGENTO DI PICCOLO TAGLIO, UTILI PER LE SPESE CORRENTI.

22 MARZO 1555

A SEGUITO DELLA DOMANDA DEI RETTORI DELLE PROVINCE DI TERRAFERMA, VENNERO CONIATI ALTRI QUATTRINI E SESINI, SUBITO INVIATI NELLE CITTÀ RICHIEDENTI.

30 APRILE 1555

IL CONSIGLIO DEI DIECI EMANÒ UNA LEGGE CON LA QUALE SI SPIEGÒ CHIARAMENTE CHE CON L’ORO DEGLI SCUDI ILLEGALMENTE PRESENTI SUL TERRITORIO DELLA SERENISSIMA SI CONIASSERO SCUDI E MEZZI SCUDI VENEZIANI IN QUANTITÀ DISCREZIONALE DEL PROVVEDITORE DI ZECCA.

18 FEBBRAIO 1555

IL CONSIGLIO DEI DIECI DELIBERÒ L’INVIO DI DUEMILA DUCATI DI CARZIE PER CIPRO.

8 MAGGIO 1555

IL CONSIGLIO DEI DIECI DELIBERÒ L’INVIO DI DUECENTO DUCATI DI TORNESELLI PER ZANTE, COSÌ COME STABILITO DAL SENATO.

 FONTI E BIBLIOGRAFIA

ARCHIVIO DI STATO DI VENEZIA

CONSIGLIO DEI DIECI, ZECCA, REG. 1, CAR. 169; ZECCA, REG. 1, CAR. 170; ZECCA, REG. 1, CAR. 174 T; ZECCA REG. 1, CAR. 177 T; DOCUMENTO – CCXVIII; DOCUMENTO – CCXIX; DOCUMENTO – CCXX; DOCUMENTO CCXXI; DOCUMENTO – CCXXII; DOCUMENTO – CCXXIII.   

 LIBRI CONSULTATI

N. PAPADOPOLI ALDOBRANDINI, LE MONETE DI VENEZIA, MILANO, 1893.

S. ROMANIN, STORIA DOCUMENTATA DI VENEZIA, VENEZIA, 1855

A. DA MOSTO, I DOGI DI VENEZIA NELLA VITA PUBBLICA E PRIVATA, MILANO, 1960

S. ZAMPERETTI, I PICCOLI PRINCIPI. SIGNORIE, FEUDI E COMUNITÀ SOGGETTE NELLO STATO REGIONALE VENETO, VENEZIA, 1991

G. DEGLI AGOSTINI, NOTIZIE ISTORICO-CRITICHE INTORNO LA VITA E LE OPERE DEGLI SCRITTORI VINIZIANI, VENEZIA, 1752

M. A. SABELLICO, HISTORIAE RERUM VENETARUM, VENEZIA, 1718

E. A. CICOGNA, DELLE INSCRIZIONI VENEZIANE, VENEZIA, 1853

C.M. CIPOLLA, STORIA DELLE SIGNORIE ITALIANE DAL 1313 AL 1530, MILANO, 1881

G. DALLA SANTA, DOCUMENTI PER LA STORIA DELLA CULTURA IN VENEZIA, VENEZIA, 1907

G.B. PICOTTI, LA DIETA DI MANTOVA E LA POLITICA DE' VENEZIANI, VENEZIA 1912,

P. MOLMENTI, LA STORIA DI VENEZIA NELLA VITA PRIVATA, BERGAMO, 1922

R. PACI,  IL COMMERCIO VENEZIANO NEI BALCANI FRA IL CINQUE E IL SEICENTO, VENEZIA, 1971.

G. BENZONI, I DOGI, MILANO, 1982

M. ZORZI,  SOCIETÀ NELLA VENEZIA DEI DOGI, MILANO, 1987

R. PREDELLI, I LIBRI COMMEMORIALI DELLA REPUBBLICA DI VENEZIA, VENEZIA, 1901

M. SANUTO, VITAE DUCUM VENETORUM, MEDIOLANI, 1733

G. BERNARDI, DIPLOMATARIUM VENETO LEVANTINUM, VENEZIA, 1898