2024
DI ROLANDO MIRKO BORDIN
NB:
ZECCHINO
IL TITOLO DELL'ORO DELLO ZECCHINO E' DI 1000/MILLESIMI
(24 CARATI DI ORO FINO)
IL PESO E' DI GRAMMI 3,494, CORRISPONDENTI A 67,17 GRANI VENETI.
1 GRANO VENETO CORRISPONDE A GRAMMI 0,0520
SOTTO IL DOGATO DI FRANCESCO ERIZZO, NEI PRIMI ANNI, LA ZECCA CONOSCE DELLE FORTI DIFFICOLTA' A CAUSA DELLA CONTINUA RICHIESTA DI DENARO FRESCO PER LA COPERTURA DELLE CONSIDEREVOLI SPESE CHE RIGUARDAVANO LE GUERRE IN CORSO, IN PARTICOLARE MODO IL DENARO DELLO STATO DESTINATO AL SOSTEGNO DEGLI ALLEATI.
IL BANCO GIRO, PER LA DIFFICOLTA' DI PROCURARSI METALLI PREZIOSI, CHE NEI PRIMI TEMPI DALLA SUA EFFETTIVA APERTURA AI MERCATI AVEVA RESO NOTEVOLI SERVIGI DIMINUENDO IL BISOGNO DELL'ARGENTO E DELL'ORO, SI TROVO' CON UN DANNOSO RISULTATO, DIMINUENDO DRASTICAMENTE LA MONETAZIONE CIRCOLANTE SULLA PIAZZA, INASPRENDO COSI' L'AGGIO SULLE MIGLIORI TIPOLOGIE DI MONETE.
IL VERO DANNO ERA COMUNQUE RECATO DAL SENATO, COLPEVOLE DI ELEVARE IL PREZZO DELLE MONETE IN BASE ALL'ESIGENZA DEL MERCATO DEI METALLI PREZIOSI, RICONOSCENDO GLI AGGI RILEVANTI E I DUE MODI DISTINTI DI VALUTARE LE MONETE CONTEGGIANDOLE DI CONSEGUENZA.
MOLTI DOCUMENTI PARLANO DELL'ACQUISTO, IN QUESTI TEMPI DI METALLI PREZIOSI PER FARE MONETE DI BASSA LEGA, DA DESTINARSI FUORI DALLO STATO DI VENEZIA E NON FARLE PIU' RITORNARE.
PURTROPPO NELLA MIA RICERCA MANCA TUTTO L'ANNO 1631, AD ECCEZIONE DI ALCUNE SPORADICHE NOTIZIE ORDINARIE, COMUNQUE DI POCA IMPORTANZA, RIGUARDANTI LE INDECISIONI DEL SENATO.
GLI UNICI DOCUMENTI CHE SONO RIUSCITO A RINTRACCIARE, PORTANO ALLA DATA DEL 20 SETTEMBRE 1632.
QUESTI DOCUMENTI DIMOSTRANO COME VI FOSSE PENURIA DI ZECCHINI SUL MERCATO, OBBLIGANDO LE CASSE DELLO STATO, QUANDO VE NE FOSSE STATO BISOGNO PER ALCUNI PAGAMENTI, A PAGARE AGGIO DEL 4%; QUESTO AGGIO RISULTA EFFETTIVAMENTE PAGATO PER ACQUISTARE 1500 ZECCHINI, E FU MASCHERATO POI CON VARI ARTIFIZI.
15 DICEMBRE 1631
I PROVVEDITORI PROPONGONO LA CREAZIONE DEL REALE VENETO A IMITAZIONE DI QUELLO DI SPAGNA.
10 MAGGIO 1633.
IL SENATO ORDINA LA SPEDIZIONE AL PROVVEDITORE GENERALE IN DALMAZIA DI 350.000 DUCATI DI SOLDONI CON LO STAMPO VECCHIO (-DAL-ET ALB- DALMATIA ET ALBAN ?).
29 SETTEMBRE 1633
IL SENATO ORDINA LA CONIAZIONE E L'INVIO IN CANDIA DI SOLDINI DA 4 TORNESI E DA 2 SOLDINI E MEZZO (10 TORNESI).
27 OTTOBRE 1634
I PROVVEDITORI IN ZECCA E I PROVVEDITORI SOPRA ORI E MONETE, ERANO STATI INVITATI DAL SENATO A DARE RIMEDI, ATTI A PORRE UN FRENO ALL'ACRESCIMENTO DELLE MONETE E ALL'INVASIONE DEI REALI DI SCARSO PESO.
DOPO AVERE CERCATO DI COLPEVOLIZZARE IL BANCO GIRO A RIGUARDO DELLE ALTERAZIONI DELLE VALUTE, VENNE ESPRESSA L'OPINIONE CHE PER IL MOMENTO, DOVEVA ESSERE RICONOSCIUTO L'AUMENTO DEL VALORE DELLO SCUDO DELLA CROCE A LIRE 9 SOLDI 16, SULLA BASE DEL REALE A LIRE 8.
UNA VALUTAZIONE DIVERSA AVREBBE PROVOCATO RIPERCUSSIONI DANNOSE SULL'AGGIO DELLA MONETA E SUL VALORE DELLA PARTITA DI BANCO.
27 OTTOBRE 1634
CONIAZIONE DEGLI OTTAVI DI SCUDO.
8 NOVEMBRE 1634
IL SENATO ORDINA LA CONIAZIONE DI 20,000 DUCATI CON LE RELATIVE FRAZIONI, FACENDO PUBBLICARE IN DATA 18 DICEMBRE UN PROCLAMA CON IL QUALE" ...EL SERENISSIMO PRENCIPE FA SAPER CHE LI REALI SCARSI SE DEVAN PORTAR AL BANCO DE CAMBI ...(BANCO GIRO), SOLITO DELLA ZECCA, DOVE SARANNO CAMBIATI IN SCUDI VENEZIANI..." ( SCUDI DA 140 SOLDI -DELLA CROCE-).
23 DICEMBRE 1634
I REALI CHE CIRCOLAVANO NELLE CITTA' DEL DOMINIO DOVEVANO ESSERE PORTATI ASSIEME ALLE ALTRE MONETE PROIBITE, NON DEL DOMINIO, AI BANCHI DELLA ZECCA PER ESSERE CAMBIATE.
8 MARZO 1635
IL SENATO RESPINSE LA PROPOSTA DI AUMENTARE IL VALORE DI TUTTE LE MONETE DEL 20%.
IL VALORE DELLO ZECCHINO RIMANE A LIRE 12.
IL VALORE DELLO SCUDO DA 140 SOLDI RIMANE A LIRE 8 SOLDI 8.
IL VALORE DEL DUCATO DA 124 SOLDI (S.GIUSTINA) A LIRE 7 SOLDI 8.
IL VALORE DEL REALE A LIRE 6 SOLDI 15.
14 MARZO 1635
NEL DOCUMENTO, ALLA VOCE SENATO ZECCA, FILZA 34, IL SENATO RESPINSE UN'ALTRA PROPOSTA, OVVERO QUELLA DI ELEVARE IL VALORE DELLE MONETE DEL 40% CONFORME AL CORSO EFFETTIVO SULLA PIAZZA, COSI' PROPONENDO:
LO SCUDO DA 140 SOLDI A LIRE 9 SOLDI 16.
IL DUCATO (S.GIUSTINA) A LIRE 8 SOLDI 14.
IL REALE A LIRE 8.
LA VOTAZIONE PER L'APPROVAZIONE NON EBBE LA MAGGIORANZA DEI VOTI, NEMMENO I GIORNI 21, 23, E 28 MARZO.
29 MARZO 1635
INTERESSANTE NOTARE CHE IL SENATO COMUNQUE, PER POTERE REGOLARE LA RISCOSSIONE DELLE IMPOSTE ED IL PAGAMENTO DEI METALLI DEPOSITATI IN ZECCA, DECISE CHE PER TUTTO IL MESE DI APRILE TALI RISCOSSIONI DOVESSERO ESSERE CALCOLATE A MONETA CORRENTE CON L'AGGIUNTA DEL 20%, AUMENTANDONE COSI' NEL COMPLESSO IL 40% SUI VALORI GIA' CORRENTI SULLE PIAZZE.
ESEMPIO: LO SCUDO DA 140 SOLDI EBBE IL CORSO LEGALE A LIRE 9 SOLDI 6, IL DUCATO A LIRE 8 SOLDI 4.
12 MAGGIO 1635
PER GLI ZECCHINI I PROVVEDITORI SOPRA ORI E MONETE NOTIFICANO IL VALORE A LIRE 14 SOLDI 10.
ANCHE SE QUESTE DECISIONI COMMERCIALI ERANO PROVVISORIE, RIMASERO IN VIGORE PER PARECCHI ANNI.
19 AGOSTO 1636
LA FABBRICAZIONE DI UNA NUOVA MONETA DI LEGA BASSA DA 5 E 10 SOLDI.
23 MAGGIO 1639
VIENE DATO L'ORDINE, POI IMMEDIATAMENTE REVOCATO, DI CONIARE LA MONETA DA 12 SOLDI CON LEGA DI 70% ARGENTO E 30% RAME.
SOLAMENTE UNA DI QUESTE MONETE FU EFFETTIVAMENTE CONIATA, OVVERO L'OTTAVO DI SCUDO, CHE PORTA LE SIGLE DEL MASSARO -MAM- MARC'ANTONIO MALIPIERO.
MONETE MOLTO RARE CON QUESTA SIGLA.
11 DICEMBRE 1643.
IL SENATO DELIBERA LA CONIAZIONE DI MONETE DA 4, DA 8 E DA 12 SOLDI, CON LEGA DI 500 CARATI DI FINO E 652 DI PEGGIO PER MARCA.
LA MONETA DA 12 SOLDI DEVE PESARE 78 GRANI VENETI.
AL D/., LA CIFRA -XII-, E LE INIZIALI DEL MASSARO ALL'ARGENTO -AL- ANDREA LIPPOMANO.
VALE ANCHE PER LE MONETE DA 4 ( CIFRA -IV-), E DA 8 SOLDI (CIFRA -VIII-).
NEL MUSEO CIVICO DI VENEZIA ESISTE UNA PROVA IN RAME DELLA MONETA DA 5 SOLDI, PROPOSTA DAI PROVVEDITORI AL SENATO NEL 1638.
AL D/. PORTA LA CIFRA -V- E LE INIZIALI DEL MASSARO ALL'ARGENTO -ZL- ZUANNE LOREDAN.
27 NOVEMBRE 1641.
IL SENATO ORDINA AI PROVVEDITORI, LA CONIAZIONE DI BAGATTINI DELLO STAMPO PICCOLO, PER UN CONTROVALORE DI 500 DUCATI.
9 GENNAIO 1644
VIENE ORDINATO L'INVIO ALLA CITTA' DI BRESCIA, PER UN CORRISPETTIVO PARI A 4.000 DUCATI DI QUESTE NUOVE MONETE.
2 MARZO 1644.
ALLA CITTA' DI CREMA, PER UN CORRISPETTIVO PARI A 4.000 DUCATI DI QUESTE NUOVE MONETE.
7 MAGGIO 1644.
PER LE TERRE OLTRE E PRIMA DEL FIUME MINCIO, PER UN CORRISPETTIVO PARI A 80.000 DUCATI DI QUESTE NUOVE MONETE.
2 DICEMBRE 1645.
LE MONETE DA 4 E 8 SOLDI NON TROVANDO COMPLETAMENTE IL FAVORE DELLE POPOLAZIONI COMUNI PER LO SCAMBIO SUI MERCATI E QUINDI VENGONO RITIRATE IN FORTI QUANTITA'.
VI E' UNA PROPOSTA DEI SAVI AI PROVVEDITORI PER L'IMMEDIATA ESECUZIONE DI MONETE DA 12, 18, 36 SOLDI, E 72 DI VALUTA CORRENTE, CON PIU' ALTO TENORE DI INTRINSECO D'ARGENTO DELLE LIRAZZE.
NON VENNE ACCOLTA QUESTA PROPOSTA NELLA TORNATA DEI PREGADI IL 2 DICEMBRE 1645.
DELLE MONETE ALLORA PROGETTATE ESISTE UNA PROVA DELLA MONETA DA 72 SOLDI, CON LE SIGLE DEL MASSARO -MB-, MARINO BOLDU', CONSERVATA AL MUSEO BRITANNICO.
ESISTONO NELLE RACCOLTE DI PRIVATI ALTRI CAMPIONI DELLE VARIE MONETE PROGETTATE, MA NON DELIBERATE IN QUESTO PERIODO.
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24 NOVEMBRE 1645
DUE ANNI DOPO DEL DECRETATO DA XII, DEL DA VIII E IIII GIA' DESCRITTI, SI DOVETTE NUOVAMENTE COMPORRE L'ALTERAZIONE DELLE VALUTE.
I PROVVEDITORI ALLA ZECCA NEL RIFERIRE AD INCHIESTE DEI CINQUE SAVII DELL'UNA E DELL'ALTRA MANO CON CINQUE LORO SCRITTURE CHE PORTANO LA DATA:
24 NOVEMBRE 1645.
26 GENNAIO 1645.
19 FEBBRAIO 1645.
31 AGOSTO 1645.
10 NOVEMBRE 1646.
I PROVVEDITORI AVVERTITI I DANNI, PROPOSERO E RIPROPOSERO ISTANTANEAMENTE, ONDE FARVI FRONTE, LA BATTITURA DI QUATTRO NUOVE MONETE DI LIGA BASSA , MIGLIOR DI QUELLA DELLE LIRAZZE, FRA LE QUALI UN PEZZO DA SETTANTADUE: SENZA ALCUN DUBBIO QUEST'ULTIMA CON LA LEGENDA IVSTITIAM DILIGITE, NON CONIATA CHE COME SAGGIO, E RIMASTA SENZA EFFETTO (VEDI DOCUMENTO XXXI n.3).
ANCHE LA MONETA DA CINQUE, (ESEMPLARE UNICO CHE SI TROVA AL MUSEO CORRER FATTO SU TONDELLO IN RAME).
QUESTA MONETA DOVEVA ESSERE ESEGUITA SE UFFICIALIZZATA NELLA LEGA DELLE PRECEDENTI).
IL MUSEO MARCIANO POSSIEDE UN ESEMPLARE IN ARGENTO, CHE INDICO' A SUO TEMPO IL LAZARI QUAL PROGETTO DA CONIARSI IN ORO.
(RACCOLTA NUMISMATICA SELLA LIBRERIA DI S.MARCO, INFORMAZIONE ECC. VIENNA 1858).
LA SCUOLA D'ABACO.
ERA RISERVATA ALL'APPRENDIMENTO DELLA MATEMATICA, AVENDO LO SCOPO PRINCIPALE DI PREPARARE ALL'ESERCIZIO DI ATTIVITA' MERCANTILI E COMMERCIALI.
ERANO SOLITAMENTE I GIOVANI NOBILI CHE PRINCIPALMENTE FREQUENTAVANO QUESTA SCUOLA, PROSEGUENDONE GLI STUDI PER INTRAPRENDERE SUCCESSIVAMENTE UNA PROFESSIONE.
LIBRETTO D'ABACO
STAMPATO IN BRESCIA, PER GIO:PACE.
Con licenza de' Superiori.
fonti e bibliografia
archivio di stato di venezia
Atti - Francesco Giordano, b. 6587/2, cc. 57v-58r; per la carriera politica, Ibid., Segretario alle Voci.
Elezioni del Maggior Consiglio, reg. 8,9,10, c. 166; reg. 11, c. 3; reg. 12, cc. 1, 114; Ibid., Elezioni dei Pregadi, reg. 6, cc. 18 s., 130; reg. 7, cc. 12 ss.; reg. 8, cc. 3 ss., 12 ss., 44, 66, 81, 84, 85, 88, 116; reg. 9, cc. 1 s., 31, 66, 76, 86, 88, 95, 1103, 153, 166 s., 169; reg. 10, cc. 1 s., 28 s., 60, 68, 104 s., 118, 148, 163, 168, 171; reg. 11, 12, cc. 1 s., 4, 28, 60, 67, 104 s., 114, 131, 155, 168; reg. 12, cc. 1, 3, 80, 83, 105, 146, 165, 168 s.
Venezia, Biblioteca nazionale Marciana
Consegi, c. 275r; Ibid., cod. 834 -8913-: Consegi, c. 183r.
le commissioni per il sindacato in Dalmazia (1595), in Venezia
Storia veneta: M. Barbaro-A. M. Tasca, Arbori de' patritii…, III, pp. 407, 409, 419; esatta data di nascita, Ibid., Avogaria di Comun, Indice Matrimoni con figli, sub voce Erizzo Benedetto; Ibid., Sezione notarile. Testamenti, b. 1138/103; la cessione effettuata da parte del fratello Nicolò di metà della dote della moglie, ancora in Sezione notarile.
Biblioteca del Civico Museo Correr
Mss. P. D. C 507/17, n. 20; per la relazione, Venezia, Bibl. naz. Marciana, Mss. It., cl.VII, cod.891-7487: Relatione delli illustrissimi mi ss.ri Christoforo Valier et Francesco Erizzo.
provveditorato a Salò - Lettere di rettori ai capi del Consiglio dei dieci, b. 60, nn. 160-164;
luogotenenza a Udine (1606-1607), Ibid., b. 172, nn. 98-109; sui comandi militari sostenuti negli anni 1616-17, Ibid.
Provveditori da terra e da mar, bb. 166 s., 241, 244.
Lettere di rettori ai capi..., b. 3, nn. 290, 293; per gli anni 1622-23, Ibid., Provveditori da terra e da mar, b. 64; Lettere di rettori ai capi…, b. 28, n. 209; b. 88, nn. 75, 134; per gli anni 1625-31, Ibid.
Provveditori da terra e da mar, bb. 15, 68-74, 77;
Lettere di rettori ai capi…, b. 29, nn. 23-27, 40-49; Inquisitor de Stato.
Lettere ai Provveditori generali in Terraferma, b. 143, nn. 33-47, 49 s., 55 s.; sulle ambascerie all'imperatore ed al pontefice, cfr. Relazioni di ambasciatori veneti al Senato, III, Germania (1557-1654), a cura di L. Firpo, Torino 1968, pp. 771-797 (indicazioni archivistiche sulle commissioni e sulla durata della legazione, in Relazioni di ambasciatori veneti al Senato, II, Germania (1506-1554), L. Firpo, Torino 1970, p. XLIV.
Relazioni degli Stati europei lette al Senato dagli ambasciatori veneti…, s. III, I.
N. Barozzi - G. Berchet, Venezia 1877, pp. 221-252. Cfr. inoltre: M. Trevisan, Vita di F. E. prencipe di Venetia..., Venetia 1651.
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S. Romanin, Storia documentata di Venezia, VII, Venezia 1858, pp. 307, 316, 338, 367; V. Padovan, Ildoge F. E. eletto capitano generale da mar, in Archivio veneto, XIV (1877), pp. 204 s.
R. Quazza, Preponderanza spagnuola (1559-1700), in Storia politica d'Italia, Milano 1950, pp. 423, 464, 467, 469
R. Quazza - La guerra per la successione di Mantova e del Monferrato (1628-1631), Mantova 1926, I, pp. 127, 186, 225, 293, 302, 306, 323, 333 s., 432, 438 s., 464, 467, 479 ss., 485 s., 489-494, 498 ss., 518; II, pp. 36, 40 s., 43, 82, 85, 100 s., 107 s., 112, 117 ss., 122 s., 131, 166.
P. Donazzolo - Iviaggiatori veneti minori..., Roma 1927, pp. 201, 209 ss.; M. Nani Mocenigo, Storia dellamarina veneziana da Lepanto alla caduta della Repubblica, Roma 1935, pp. 21, 116, 138, 144, 267.
archivio di stato di brescia
G. Cozzi - Il doge Nicolò Contarini. Ricerche sul patriziato veneziano agli inizi del Seicento, Venezia-Roma 1958, pp. 155, 158, 161 ss., 287 s., 298; A. Da Mosto, I dogi di Venezia nella vita pubblica e privata, Milano 1960, pp. 356, 360, 371-376, 581
M. Gemin, La chiesa di S. Maria della Salute e la cabala di Paolo Sarpi, Abano Terme 1982, pp. 28, 32, 57, 59, 64; G. Trebbi, Francesco Barbaro, patrizio veneto e patriarca di Aquileia, Udine 1984, pp. 367, 420-423, 425 s..
M. Zorzi, La Libreria di S. Marco. Libri, lettori, società nella Venezia dei dogi, Milano 1987, pp. 20, 218; p.